Caro
amico ti scrivo,
così
ti ricorderò.
È un
grazie
per le
emozioni che hai elargito
a
piene note oppure…
con
discreto refrain.
Eppure
ti sei sempre spacciato
per
scarso musicista:
modestia tipica dei
grandi… dentro.
“I’ve got a friend”: quel clarinetto!
Tu
trovatore, tu poeta,
tu
vate, tu profeta
dalla
mia gioventù all’età matura:
Tazio,
Ayrton non avrebbero
desiderato epitaffio
diverso e poi
Washington, Futura,
Camion
e quel
Sonny Boy
che è
ancora lì che aspetta,
tra
Ferrara e la luna.
Anna e
quel cavallo di un Marco
e la
moto e luna piena.
Eccetera, eccetera,
eccetera!
Sogni
e realtà:
l’astrazione si fa
concretezza
e
indelebile carme.
Ermanno
Volterrani, 2 marzo 2012